Non sempre le condizioni locali del seno, il tipo di situazione oncologica ed eventuali terapie pregresse o successive all’intervento permettono di proporre una ricostruzione one-stage ovvero in un unico tempo chirurgico, ma piuttosto di optare per una ricostruzione in due fasi. La tecnica di ricostruzione con espansori e protesi prevede infatti due tempi chirurgici che hanno luogo in momenti diversi. Il primo passo consiste nell’inserire sotto al muscolo grande pettorale un espansore mammario, ovvero una protesi temporanea dotata di una valvola integrata che, aumentando progressivamente di volume per effetto del riempimento con soluzione fisiologica, crea lo spazio necessario all’inserimento della protesi mammaria definitiva. L’espansore può essere impiantato anche a distanza di mesi o anni dall’intervento oncologico, ma spesso, laddove possibile, si preferisce posizionarlo nello stesso contesto chirurgico della mastectomia, per risparmiare alla paziente un’ ulteriore fase intermedia.

TI DESCRIVO L’INTERVENTO

La scelta dell’incisione della mastectomia, radiale, peri-areolare, verticale o a T invertita dipende dall’ eventuale coinvolgimento cutaneo della malattia, dalle dimensioni e dal grado di rilassamento (ptosi) del tuo seno. 

La mastectomia rimuove la componente ghiandolare e parte del tessuto adiposo contenuti al di sotto della cute. In questo caso imposto la ricostruzione in un piano profondo e protetto, al di sotto del muscolo grande pettorale, piccolo pettorale, dentato anteriore e della fascia dei muscoli retti dell’addome, allestendo una tasca adeguata al posizionamento dell’espansore. Esistono diversi tipi di espansore, differenti per forma e volume. Nella mia pratica eseguo valutazioni antropometriche personalizzate, sulla base delle mie ricerche e pubblicazioni scientifiche, modulabili di caso in caso in sala operatoria, durante l’intervento. Se le condizioni dei tessuti lo permettono riempio l’espansore parzialmente di soluzione fisiologica per permettere una iniziale distensione meccanica. Dopo circa un mese dal suo posizionamento, inizio i riempimenti con soluzione fisiologica, a cadenza di 15-20 giorni, che consentiranno di espandere l’espansore ed i tessuti sovrastanti ottenendo il volume del seno preesistente oppure il nuovo volume desiderato, anche in base al planning chirurgico sul seno controlaterale da simmetrizzare. Solitamente attendo dai 10 ai 12 mesi post-intervento prima di programmare il secondo step operativo mediante la sostituzione dell’espansore con la protesi. Questo secondo intervento avviene riprendendo la pregressa incisione di mastectomia, il rimodellamento della capsula periprotesica mediante incisioni interne, le cosiddette capsulotomie radiali e tangenziali, o la parziale asportazione della capsula, la capsulectomia, volte ad aumentare l’elasticità e la morbidezza della tasca che accoglierà la protesi. Nella scelta della protesi eseguo calcoli e proiezioni preoperatorie basati sui miei studi di ricerca che mi consentono di adeguare la ma ricostruzione al tuo corpo, alla tua conformazione fisica, al programma operatorio sul tuo seno controlaterale e, non da ultimo, ai tuoi desideri, prediligendo la massima eleganza e naturalezza di risultato. Nella mia pratica  preferisco simmetrizzare l’altro seno mediante un’armonia di volumi e altezze, ricordando che soltanto l’utilizzo di una protesi, associata o meno ad una mastopessi, mi permette di donarti quella pienezza del polo superiore, che, nel tempo, riuscirà ad equilibrarsi nel migliore dei modi al seno ricostruito.

Laddove vi è una buona ed abbondante componente ghiandolare propongo invece una mastoplastica riduttiva di simmetrizzazione, utilizzando tecniche stabili e durature nel tempo.

SEI TU LA GIUSTA PAZIENTE?

La scelta della metodica da adottare nel singolo caso dipende da numerosi fattori quali le tue condizioni di partenza, le condizioni locali della pelle e dei muscoli nella zona toracica da ricostruire, la forma e le dimensioni della mammella controlaterale, le tue aspirazioni.

Anche se sempre meno frequente tra le mie indicazioni, prediligo l’utilizzo dell’espansore in situazioni di ricostruzioni fortemente a rischio di complicanze, quali la tua abitudine tabagica, lo scarso spessore della tua pelle, i tessuti danneggiati da pregressa radioterapia, presenza di cicatrici, esiti di infezioni. Anche in caso di pazienti magre con scarso volume mammario e desiderio di aumentare la taglia del proprio seno, l’utilizzo dell’espansore mi permette di ottenere la dimensione ideale senza dannose sollecitazioni meccaniche sui tessuti, lasciando maggior spazio di azione chirurgica anche sul seno controlaterale. 

LE TUE GIUSTE MOTIVAZIONI

Mai come in questa avventura che ti trovi improvvisamente ad affrontare hai necessità di poter contare su una figura professionale di fiducia e riferimento che possa illustrarti il percorso più adatto alla tua storia clinica e alle tue aspettative. Spesso non esiste una sola scelta ricostruttiva, ma benefici e complicanze di molteplici strade da percorrere. Sarà mia premura accompagnarti garantendoti la massima sicurezza dal punto di vista oncologico, non perdendo mai di vista la componente estetica, troppo spesso sottovalutata.

Esistono casi in cui i tuoi tessuti sono troppo anelastici e sottili per accogliere una protesi e si ha la necessità di ottenere proiezione e volume dalla distensione graduale della pelle e del muscolo. 

In questi casi propongo una ricostruzione in due tempi che ti permetta di ottenere il massimo risultato in condizioni di completa sicurezza, nonostante la maggior lunghezza del processo ricostruttivo. 

In visita sottolineo spesso quanto il primo step chirurgico della ricostruzione in due tempi sia solamente una fase di passaggio anche dal punto di vista del risultato estetico, che solitamente tende ad essere meno naturale e più fastidioso di quello definitivo, per via di complicanze frequenti quali dislocazione dell’espansore e tensioni muscolari con riduzione della mobilità dell’emisoma interessato e contratture diffuse.

SCEGLI IL TUO TEMPO

In questo caso mi rammarica ricordarti che non potrai permetterti di scegliere il anticipatamente il tuo giusto tempo, ma potrai scegliere di ottenere il meglio per te stessa nella situazione che ti trovi ad affrontare.

A volte mi capita di vistare pazienti che, a seguito della diagnosi di tumore al seno comunicata dal collega senologo, attendono fervidamente un colloquio con me per trovare uno spiraglio di speranza e di rassicurazione in tutto ciò che hanno appena appreso.

Quando parlo di ricostruzione mammaria in due tempi noto spesso occhi impauriti, persi, assenti, alla ricerca di conforto ed approvazione, ma allo stesso tempo scettici sulla possibilità di ricostruzione, come se la componente estetica fosse qualcosa da allontanare o troppo sofisticato da valutare in quel  momento.

Altre volte, specie in caso di pazienti più giovani, constato che la visita con me è l’ unica fonte di sorriso e salvezza in una situazione drammatica  e impossibile da accettare. Ecco allora che mi trovo a mettere in fila i pezzi del tuo puzzle per spiegarti che è fondamentale posizionare la tua lente di ingrandimento non soltanto sulla tua malattia, ma anche sulle chances che possiedi per poter tornare, grazie al mio aiuto, ad ammirarti ancora più bella e più attraente di prima. Ti spiegherò che la tua ripresa dovrà essere graduale, che dovrai concederti del tempo di riposo, soprattutto se conduci una vita molto attiva con frequente uso degli arti superiori. Tornerai ad eseguire le tue attività quotidiane dopo circa 15 giorni dall’intervento e attività più intense, compreso lo sport ,dopo circa 2 mesi dall’intervento.

LA TUA EVOLUZIONE

Durante le prime 48-72 h saranno presenti edema e gonfiore più accentuati, che si affievoliranno nelle settimane successive all’intervento.

Nelle prime ore post-operatorie è fondamentale controllare lo stato di vascolarizzazione della tua pelle ed eventuali ematomi e/o sieromi, più frequenti in caso di impianti posizionati in sede sottomuscolare. La sensazione di corpo estraneo potrà essere presente per alcuni mesi dopo l’intervento, così come tensione e fastidio nei movimenti, specie in regione ascellare e dorsale omolaterale alla zona trattata. A tal proposito mi avvalgo di protocolli di riabilitazione post-chirurgica tramite la collaborazione sinergica con fisiatri, fisioterapisti ed osteopati, volti ad un rapido recupero e riequilibrio corporeo, al trattamento del tuo sistema mio-fasciale e alla prevenzione di complicanze post-operatorie acute e croniche, quali dolore locale, alterazioni della mobilità, della sensibilità della zona ascellare e dell’arto superiore, sieromi, linfangite e/o linfedema, retrazioni ed aderenze cicatriziali, atteggiamenti posturali scorretti.


Ricostruzione in due tempi con espansore e protesi