La chirurgia oncoplastica è emersa come approccio innovativo già dagli anni ’90 per estendere le possibilità della chirurgia conservativa del seno, riducendo i tassi di mastectomia e di ri-escissione ed  evitando al contempo antiestetiche deformità. Essa consiste nel combinare la chirurgia oncologica alle tecniche di chirurgia plastica, ottenendo un’asportazione del tumore mammario con ampi margini di resezione. In questo modo, oltre al fondamentale raggiungimento della radicalità oncologica, si può ottenere un risultato estetico, simmetrico e di conservazione funzionale della mammella analogo a ciò che ci si aspetterebbe da tecniche di chirurgia plastica senza indicazioni oncologiche.

Il planning chirurgico viene definito sulla base di un preciso inquadramento diagnostico pre-operatorio che tiene conto delle dimensioni e della conformazione della mammella, della localizzazione del tumore e del rapporto tra il volume di esso ed il volume del seno. La combinazione di tutti questi elementi determina quale tecnica è più idonea da utilizzare. L’indicazione al trattamento scaturisce sempre da una condivisione multidisciplinare e con te paziente. Generalmente riservo la chirurgia oncoplastica ai casi in cui la lesione è monocentrica monofocale, ovvero localizzata in una sola regione mammaria. 

Di recente è stata introdotta anche l’extensive oncoplastic, cioè l’estensione dell’applicazione delle tecniche oncoplastiche  anche a malattie multicentriche multifocali, carcinomi estesi e forme di malattia localmente avanzate. Tale procedura va riservata con molta cautela soltanto a casi specifici dopo un’accurata valutazione multidisciplinare. 

TI DESCRIVO L’INTERVENTO

Il Professor Krishna Clough fondatore del centro internazionale The Paris Breast Center-L’institut du Sein di Parigi dove ho avuto l’onore di formarmi e specializzarmi come chirurgo plastico, è stato un pioniere mondiale nello sviluppo del concetto di chirurgia oncoplastica. Esso rappresenta oggigiorno uno degli approcci più rivoluzionari nella chirurgia contemporanea dei tumori della mammella.

Secondo la classificazione del Professor Clough, riportata in innumerevoli pubblicazioni scientifiche, gli approcci chirurgici oncoplastici si suddividono in:

-Oncoplastica di primo livello: quando viene asportato <20% della ghiandola mammaria, con escissione del tumore senza resezione cutanea e chiusura della perdita di sostanza residua mediante tecniche di rimodellamento ghiandolare interno, con eventuale ricentralizzazione del complesso areola capezzolo;

-Oncoplastica di secondo livello: per resezioni ghiandolari tra il 20 ed il 50% del volume complessivo, spesso accompagnate anche da escissione di pelle mediante incisioni e rimodellamenti che seguono le tecniche di chirurgia estetica mammaria, quali la mastoplastica riduttiva, la mastopessi e similari. 

SEI TU LA GIUSTA PAZIENTE?

Nelle pazienti con mammelle particolarmente ptosiche o ipertrofiche questo tipo di indicazione evita in molti casi il ricorso all’intervento demolitivo, consentendo

di ottenere margini di resezione più ampi con minore incidenza di recidive locali, comportando di conseguenza un minor numero di reinterventi.

Tra le indicazioni principali ritengo da evidenziare situazioni cliniche che presentano un rapporto sfavorevole tra il volume del tumore ed il volume della mammella e localizzazioni della neoplasia in quadranti mammari più ostici sfavorevoli (quadrante centrale, polo inferiore o mediale).

Controindico l’utilità della chirurgia oncoplastica nelle pazienti in cui vi è impossibilità di garantire margini di resezione liberi da neoplasia senza dover effettuare di necessità una mastectomia totale, in caso di microcalcificazioni che sottendono la presenza di multicentricità e multifocalità ed infine per carcinomi mammari infiammatori.

LE TUE GIUSTE MOTIVAZIONI

La nascita dell’ oncoplastica ha permesso a molte pazienti di beneficiare della della gestione da parte di un team multidisciplinare che possa garantire, da un lato, la migliore sicurezza oncologica, dall’altro le tecniche più avanguardiste di ricostruzione, in termini di miglior risultato estetico e di minore invasività. 

Ripristinando le dimensioni, la forma e l'aspetto complessivo del tuo seno, la ricostruzione oncoplastica incide notevolmente sulla tua qualità di vita dal punto di vista psicologico, sociale, sessuale, emotivo e funzionale. 

A volte, a parità di condizioni cliniche, non vi è un’unica opzione possibile, ma una serie di possibilità da valutare insieme in termini di beneficio/rischio, anche in base alle tue aspettative. Mi capita di visitare pazienti che desiderano fermamente conservare il proprio seno, se possibile, mentre altre sono irremovibili nel volere una mastectomia nonostante il tumore sia di piccole dimensioni. Ecco che per me risulta indispensabile guidarti con la massima professionalità ed empatia al fine di prendere decisioni pienamente informate e consapevoli. Oggi infatti la chirurgia, specie se riferita ad un organo delicato come il seno, mette sempre più al centro dell’attenzione te come paziente, nella tua componente più intima e profonda, focalizzandosi non soltanto sulla malattia, ma anche sulla tua qualità di vita e sulle tue aspirazioni. Questi aspetti vanno ad integrare i tradizionali criteri chirurgici oggettivi focalizzandosi su aspetti soggettivi legati alle conseguenze della ricostruzione, come testimoniato dalle più recenti pubblicazioni scientifiche. Nella mia esperienza noto che i livelli di soddisfazione delle pazienti sono spesso più legati ad un'adeguata informazione e a un solido processo decisionale condiviso che a un risultato estetico gradevole.

SCEGLI IL TUO TEMPO

Ogni volta che è necessario affrontare una condizione clinica di tipo oncologico è difficile per te poter scegliere il giusto tempo di azione, ma potrai scegliere di ottenere il meglio per te stessa nella situazione che ti trovi ad affrontare.

A volte mi capita di vistare pazienti che, a seguito della diagnosi di tumore al seno comunicata dal collega senologo, attendono fervidamente un colloquio con me per trovare uno spiraglio di speranza e di rassicurazione in tutto ciò che hanno appena appreso. Nella mia pratica noto che parlare di ricostruzione mammaria oncoplastica porta di frequente ad una positività di attitudine e pensiero da parte delle pazienti, in quanto l’arte di conservare il seno residuo armonizzando ciò che rimane con tecniche “estetiche” è spesso sinonimo di minor invasività di azione. E’ opportuno in ogni caso renderti consapevole di ogni possibile rischio e beneficio riferito a questo tipo di ricostruzione. La ripresa dovrà essere graduale, ma sicuramente più agevole rispetto ad un intervento di mastectomia e posizionamento di protesi. Dovrai comunque concederti del tempo di riposo, soprattutto se conduci una vita molto attiva con frequente uso degli arti superiori. Tornerai ad eseguire a pieno ritmo tutte le tue attività quotidiane dopo circa 15 giorni dall’intervento e attività più intense, compreso lo sport ,dopo  40 giorni dall’intervento.

LA TUA EVOLUZIONE

Subito dopo l’intervento saranno presenti gonfiore ed edema che diminuiranno nel giro di qualche giorno. La mammella potrebbe rimanere tumefatta con presenza di ecchimosi per almeno 15 giorni dall’intervento.

Sarà normale avere un po’ di timore nell’eseguire ogni movimento e percepire una lieve dolenzia nell’arto superiore corrispondente ed in tutta la zona trattata. 

È necessario riprendere gradualmente le normali attività a 15 giorni dall’intervento per evitare contratture anomale e squilibri posturali. 

Potrai riprendere attività più intense compreso lo sport dopo 40 giorni dall’intervento.

Al fine di garantirti un rapido decorso post-chirurgico mi avvalgo di protocolli di rieducazione motoria per assicurarti un completo recupero funzionale e la prevenzione di possibili complicanze.

Ricostruzione oncoplastica avanzata